I misteriosi “Habiru” e gli Ebrei  


Traduzione all'italiano da "The Mysterious Habiru and the Hebrews", cortesia di Tommaso Bissoli
 

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Shem, padre di tutti i figli di Ever...

Bereshyit 10:21 

 

Qual è il significato di questa dichiarazione? Perché Eber, il quinto di undici patriarchi da Noè ad Abramo, viene menzionato in modo particolare, come se fosse riconosciuto antenato di una qualche discendenza speciale che in realtà comincia sei generazioni dopo?
La linea genealogica si separa in due rami dopo di lui, implicando che molti popoli erano suoi figli prima che Abramo nacque, includendo il ramo dal quale Abramo non viene…
La linea genealogica di sette generazioni da Noè a Abramo è: Noè, Sem, Arpaksad, Shelah, Eber, Peleg, Re’u, Serug, Nahor, Terah, Abramo, il quale è considerato il padre di tutti gli Ebrei, ma anche il padre di molte nazioni…
In verità il popolo universalmente riconosciuto come Ebrei iniziò ad esistere addirittura due generazioni dopo, dopo Isacco e Giacobbe, il quale è Israele.
Era Abramo Ebreo, essendo egli stesso il padre degli Ebrei?
Che senso ha la dichiarazione di Genesi 10:21?

Alcuni studiosi speculano che gli Israeliti non parlavano ebraico come loro linguaggio originale ma che lo adottarono dai loro vicini Cananei quando si spostarono in quel territorio. Comunque, il peso dell’evidenza linguistica è contraria a tale supposizione. Semplicemente non abbiamo sufficiente conoscenza di quei tempi per dire quale linguaggio risiedesse in quale territorio, da quale gruppo di persone e come i popoli e i linguaggi possano essersi mossi e mischiati da un’area all’altra.
Ora sappiamo con abbondanza di esplicite evidenze che l’ebraico è il linguaggio nel quale le Scritture furono scritte e che Esse sono tra i più antichi documenti che abbiamo.

Alcuni monumenti Egizi menzionano un popolo enigmatico: gli “Apiru”.

In uno di questi fu scavata nella pietra delle pareti una scena raffigurante uomini che lavorano ad un pigiatoio per il vino. Sotto l’immagine c’è un titolo che recita: “Estrazione del vino degli Apiru”. La datazione del monumento si crede sia da collocare durante il regno della regina Hatshepshut e Tutmose III, all’incirca l’anno 2290 (1470 b.c.e.).

Gli studiosi immediatamente riconobbero la somiglianza della parola “Apiru” con “Ebrei”, con una scena raffigurante lavoro manuale, come descritto in Esodo a riguardo del popolo Ebraico sotto schiavitù in Egitto.

 

Dal Papyrus Leiden, datato al regno di Ramesse II, all’incirca l’anno 2510 (1250 b.c.e.), viene fatta la seguente dichiarazione in una lettera: “Distribuire grano agli uomini dell’esercito e agli Apiru che trainano la pietra per il grande pilone di Ramses II”. Venivano usati come forza lavoro e manovali. Questi riferimenti agli Apiru nei documenti Egizi e sui monumenti mostrano la loro presenza in Egitto e la loro importanza sociale per più di tre secoli. Lo stesso popolo è chiamato in altro luogo “Habiru” o “Habiri”.

Er-heba, il governatore Egizio in Gerusalemme, scrisse una serie di lettere al re nelle quali si lamentava degli “Hapiru” perché stavano saccheggiando le terre del re. Er-heba voleva sapere perché il re li lasciasse comportare in questo modo e perché non inviasse arcieri a proteggere le sue (del re) proprietà. Se non avesse inviato dell’aiuto militare l’intera terra sarebbe passato in mano agli Habiru.

Se gli eventi di questo periodo sono quelli descritti da Giosuè nelle Scritture essi collocherebbero l’Esodo prima del XIV secolo b.c.e., in accordo con le stime più tradizionali.

Le attività degli Habiru nella Canaan meridionale interessano molti studiosi i quali credono che quest’area non fu annessa al territorio Israelita se non molto dopo.

Comunque, i capitoli 10 e 12 nel libro di Giosuè descrivono proprio tale conquista, con gli stessi nomi elencati nelle tavolette di El-Amarna, inclusa Lachish, Gezer, Gath e il re di Gerusalemme.

Una citazione da una tavoletta mostra lo stato degli affari: “Guardate l’impresa che Milkilu e Shuwardata hanno compiuto nella terre del re, mio signore! Hanno truppe di Gezer, truppe di Gath e truppe di Qeila. Hanno sequestrato la terra di Rubute. La terra del re è caduta [in mano] agli Habiri. E ora, anche una città del distretto di Gerusalemme, chiamata Bit-nin’ib, una città del re, è caduta [in mano del] popolo di Qeila. Il re ascolti Er-Heba, tuo servo e invi un esercito di arceri che possa restituire la terra del re al re. Se non c’è un esercito di arcieri la terra del re cadrà [in mano] degli Habiri”.

L’identificazione dei gruppi di Habiri e delle loro attività corrisponde bene alla conquista di Canaan descritta nel libro di Giosuè. Le lettere di Amarna suggeriscono che questa classe di persone tenevano uno status unico nel Vicino Oriente.

Tutti questi documenti conducono ad identificare pienamente gli Habiru con gli Israeliti, fino a che altre fonti portano grande perplessità…

Gli Apiru sono ovviamente un popolo riconoscibile distinto dagli altri. Se gli Apiru erano Ebrei, non tutti loro erano discendenti delle dodici Tribù, e altri gruppi Semitici (probabilmente gli Hyksos fra loro) erano inclusi.

La distanza della date copre il periodo dell’esilio in Egitto e anche ben dopo l’Esodo.

Sembra evidente che non tutti gli Apiru lasciarono l’Egitto; alcuni vi rimasero. Ciò significa che non tutti i popoli Semitici in Egitto si unirono agli Israeliti, sebbene molti lo fecero.

Furono trattati con speciale riguardo, sebbene non come identità tribale con una specifica collocazione geografica. La collocazione degli Habiri nella Siria Meridionale, Fenicia e Canaan suggerisce che il termine era usato genericamente per le tribù Semitiche di quelle aree. Descriveva un particolare ceppo Semitico il quale, da tempi storici, si divise in numerose tribù separate, identificabili gruppi etnici.

 

Il più antico riferimento conosciuto agli Habiru viene da Sumer ed è datato dalla Terza Dinastia di Ur, all’incirca l’anno 1760 (2000 b.c.e.). Una caratteristica di questo periodo era l’espansione di popoli Semitici; principalmente di gruppi che parlavano come lingua nativa l’Accadico.

Contemporaneamente con questo influsso di Semiti i termini Habiru/Habiri iniziarono ad apparire nei documenti Sumeri. I documenti mostrano che gli Habiru/Habiri erano un nuovo elemento nella società, che stavano tentando di stabilire sé stessi e che il sistema giudiziario aveva difficoltà a definire il loro status legale. Tutte le registrazioni Sumere mostrano che gli Habiri erano attivi in ruoli di servizio della comunità, così come gli Israeliti lo furono in Egitto e in seguito alla corte di Nabucodonosor.

Gli scavi a Kultepe e Alishar nell’antica Anatolia scoprirono numerosi mucchi di lettere e testi legali ed economici, appartenenti alle stazioni di commercio Assire dell’antico periodo Accadico. Tra questi documenti c’era una lettera da un mercante Assiro ad un altro che richiedeva che cercasse la liberazione degli uomini Habiri che erano in custodia al palazzo di Shalahshuwe, un non identificato luogo nelle vicinanze, probabilmente a nord di Alishar.

Questa terra è vicina alla residenza della famiglia di Abramo dopo che lasciò Ur. Da questo antico documento possiamo vedere che gli Habiri vengono collocati nell’Anatolia centrale e mostra l’estesa dispersione di quei popoli prima dell’epoca di Abramo. Se il destinatario della sua lettera è insicuro sul prezzo gli viene ricordato che gli Habiri stessi hanno molto denaro e possono usarlo per la loro stessa liberazione. In ogni caso, l’autore della lettera vuole assicurarsi che siano liberati. Li tiene in alta considerazione.

 

Un regno Amorita dominava la Mesopotamia ai tempi di Abramo, da Babilonia nel sud a Haran nel nord e lungo la costa del Mediterraneo (tutte le terre che Abramo percorse nel suo viaggio da Ur dei Caldei ad Haran e Canaan).

Questo fu il periodo d’oro delle città di Mari che includeva alcuni stati minori tra i quali appaiono alcuni governatori Habiri. Un documento afferma che Yapah Adad aveva costruito la città di Zallul sulle rive dell’Eufrate e, con 2000 soldati Habiri, si trasferi in quella città. In un altro documento Izinabu, un capo Yamubalita, aveva 30 uomini Habiru che marciavano in sua custodia. In un’altra lettera nella quale si sono persi mittente e destinatario sono menzionati “3000 asini degli Habiri” sono menzionati (da notare il corrispondente uso degli asini delle tribù Ebraiche descritto nelle Scritture). In altre lettere gli uomini Habiru andarono di notte e si impossessarono della città di Yahumumam, cercarono di prendere altre città e saccheggiarono Luhaya impossessandosi di 500 pecore e 10 uomini. Gli Habiri erano una parte riconoscibile della popolazione.

Gli Habiru sono menzionati in molti documenti dello stato Urrita di Nuzi, dove erano stati un’importante parte della società.

Ciò che è notevolmente interessante è che gli antichi popoli attribuivano agli Habiru una misteriosa relazione con la divinità.

Nei documenti Hittiti lunghe liste di divinità sono invocate per proteggere i trattati. Esse includono divinità da differenti regioni e popoli. La curiosa natura di questa invocazione è illustrata da un trattato con l’Egitto. Questa lista conclude con le seguenti parole: “e così ancora a… e gli dèi degli Hapiri, …”. In maniera significativa gli Elohim degli Hapiru/Habiri hanno speciale menzione e, sebbene non siano identificati con dei nomi, non possono essere dimenticati.

La stessa particolarità è stata trovata nel templi Assiri, nei quali gli Habiru sono menzionati tra le divinità. Questa menzione degli Habiru tra una lista di divinità mostra esplicitamente che erano considerati di origine divina. Erano differenti dai popoli ordinari, inclusi i governatori e i magistrati. Alcuni testi di presagi Assiri furono scoperti, nei quali appare che gli Habiri sono associati con omonimi fenomeni celesti e con alcune afflizioni sconosciute. Si pensava che avevano poteri divini. In Egitto il nome “Apir” appare in alcuni posti combinato con un nome divino; i titoli suggeriscono una specifica identificazione come divinità Apir.

Dall’Anatolia, al Bacino della Mesopotamia, all’Egitto, gli Habiri erano considerati con speciali status religiosi e sociali. Basandosi sull’evidenza storica, un’associazione degli Habiri con la divinità non può essere evitata. Mentre l’esatto significato di ciascuno di questi riferimenti è sconosciuto, non è stato possibile per i popoli che vivevano, lavoravano e viaggiavano con gli Habiri ignorare l’associazione divina. Quel fattore doveva essere presente nella mente di tutti; era universalmente riconosciuto e accettato.

Erano uno speciale ceppo genetico, un “Popolo Eletto”.

 

Il risultato di questa ricerca conduce alle seguenti conclusioni:

 

Gli Habiri sono esistiti dai tempi più remoti. Sono presenti nei primi documenti a noi disponibili centinaia di anni prima di Abramo. Erano dispersi in tutto il Vicino Oriente dall’Egitto alla Mesopotamia, alle estremità dell’Assiria, lungo le coste del Mediterraneo attraverso Canaan e nelle regioni dell’Anatolia. Non sono limitabili a nessuna area geografica, a nessuna nazione o categoria sociale; appaiono ad ogni livello della società, in differenti attività. Solitamente girovagavano da posto a posto.

Gli spostamenti di Terah, Abramo e altri membri di quella famiglia erano in accordo con le abitudini del popolo degli Habiri. Questa è la ragione per la quale i Sumeri tentarono di definire il loro ruolo sociale.

In realtà erano “Aramei erranti”, sebbene la loro origine è Accadica/Assira, essendo discendenti di Arphaksad. Ciò nonostante, questi “Aramei erranti” erano la via attraverso la quale le antiche memorie linguistiche semitiche del mondo erano preservate.

Essi certamente hanno giocato un ruolo unico nel ricollegarci con la storia remota dell’umanità. Essi inoltre portarono una linea genetica nei tempi storici, con Abramo scelto come lo straordinario rappresentante di quella benedizione di sangue.

Gli Habiru avevano una Divinità il quale Nome era sconosciuto agli altri popoli, e anche a loro stessi, dato che il Nome non fu rivelato a nessuno prima di Mosheh Rabainu. Il fatto che il Nome della loro Divinità era sconosciuto è un’ulteriore prova li identifica con “i figli d’Eber”.

 

L’enigmatico Melkhisedec, kohen di El-Elyon (Genesi 14:18), chiunque fosse, corrisponde alle caratteristiche di un’autorità degli Habiru, detentore dell’originale spiritualità che Abramo stesso seguiva.

 

La loro schiavitù in Egitto è ora più comprensibile. Era una schiavitù economica contratta durante un periodo di bisogno. Essi compravano cibo e riparo in Egitto vendendo i loro servigi, come le pratiche stabilite di quei tempi. Le generazioni successive nacquero in quella schiavitù per mancanza di mezzi per comprare la loro libertà. Gli Egiziani probabilmente imposero severe condizioni al fine di preservare una fonte di lavoro economico. Quando l’Egitto fu devastato dalle piaghe (Esodo, capitoli da 7 a 11) l’intero paese era in rovina. Gli Israeliti si impossessarono dell’opportunità di farne la loro fuga.

L’evidenza documentaria mostra che erano estremamente versatili, socialmente flessibili ed erano guardati con rispetto nella società. Gli Habiri non avevano un posto fisso nell’ordine sociale dove essi scelsero di vivere; erano accettati in un senso forestiero, non come parte del gruppo sociale locale.

I “figli di Eber” erano moltoi popoli. Eber stesso è il padre di tutti i Yoqtaniti, che si stabilirono nell’Arabia meridionale, ma la linea degli “Habiru” continuò attraverso l’altro suo figlio, Peleg, dal quale venne Abramo e i suoi fratelli.

Abramo fece fidanzare suo figlio Isacco all’interno della famiglia di suo fratello, al fine di mantenere la linea di sangue mentre Ismaele sposò un’Egizia e la tradizione degli Habiru non continuò tramite di lui. Gli altri figli di Abramo, quelli che ebbe da Qeturah, sembra che abbiano parzialmente seguito la linea Abramica, almeno alcuni Midianiti (i Kenei, dei quali era Yethro, il suocero di Moshesh Rabainu) e i Yoqshaniti (gli Ashurim, Lethushim e gli Le’ummin) erano Habiru.

Isacco seguì l’esempio di suo padre e mandò suo figlio Giacobbe alla casa di Betuel, il suo cognato, per sposare una sua figlia.

Quando il termine “Habiru” scompare dai documenti antichi, il nome “Ivri” (Ebrei) è applicato in un senso ristretto, solo agli Israeliti.

Apparentemente gli Habiru furono una classe sociale che perse la sua identità unica. La loro linea di sangue divenne sommersa da incroci con altri popoli e non si potette più distinguere.

Il popolo Ebraico cercò di preservare le linee genetiche e quindi preservò la distinzione degli Habiri. La forza di quella consapevolezza è testimoniata ancora oggi tra i Giudei che credono che stanno adempiendo le promesse delle Scritture e che essi hanno diritto alle terre promesse ad Abramo.

Poche semplici condanne scritte millenni fa portano il peso del destino e modificano le vite e le azioni della gente oggi.

 

Le Tribù Ebraiche erano Habiru ma non tutti gli Habiri erano Ebrei.

Gli Israeliti vennero fuori da quel popolo speciale e poi acquisirono il nome “Ivri”. L’affermazione in Genesi che Sem era il padre di tutti i figli di Eber ora ha un significato differente. Gli Ebrei/Habiri erano i figli di Eber, e quella linea genetica fu ricordata dai successivi scribi Giudei.

Questo breve studio getta luce sugli antenati del popolo Ebraico, i figli di Israele. Ci offre un po’ di discernimento nella questione dell'elezione di Abramo, gli “Habiri” come il “padre di molte nazioni”.

In conclusione, Abramo era sia Ebreo (Habiri) che il progenitore degli Ebrei (Israeliti).